
Erano chiamati "i dischi di cartone" dalla gente comune.
Maestosamente i dischi della "Voce dell'impero" dal regime.
Si
trattava delle ormai introvabili registrazioni commissionate dallo stato
alla milanese Durium (la Cetra ancora non era stata fondata) e
realizzate appunto su questo singolare supporto sia per ragioni
tipicamente autarchiche (si era già sotto sanzioni) che per rendere il
prodotto più leggero e quindi più facilmente trasportabile nelle terre
lontane occupate dagli italiani.
Per altro il cartone (anche se in forma e spessore diverso farà la
propria comparsa in tempo di guerra anche nei classici dischi a doppia
facciata,permettendo un notevole risparmio di materie prime alle
economicamente esangui case discografiche italiane ,sempre intente a
cercare di non fermare la produzione neppure nel periodo più cruento
delle ostilità.
Ebbene la Durium già esperta in questo tipo di pubblicazioni per aver
messo a suo tempo in commercio una intera collana di favole incise
proprio su supporto cartaceo,creò per il regime dei piccoli gioielli
discografici,solitamente su un unica facciata,ma a volte con incisi ben
due brani,sulla tecnica che molti anni più tardi, dopo il 1980, verrà
ripresa per i cosiddetti Qdisc.
Le
canzoni scelte per questa serie erano quelle più in voga nel periodo.
Le
voci quelle più idonee secondo il regime.
Tra queste,un posto sicuramente particolare occupava Miscel.
Romano,all'anagrafe Michele Cimato ,aveva già militato in
prestigiose case discografiche come la Odeon e la Columbia incidendo per
esse molti successi del tempo.
Per la serie "la voce dell'impero" registrò moltissimi "cardboard" quasi
tutti realizzati intorno al 35/36 perlopiù accompagnato dalle
prestigiose orchestre Malatesta e Ripa.
Singolare era anche il fatto che se per le canzoni propriamente di
regime, la voce di Miscel s'intonava imperiosa e risoluta come si
conveniva in quel tempo, nell'interpretazione dei successi del momento
egli si proponeva invece in modo quasi "informale" allontanandosi
parecchio dallo stile del periodo.
Ne
scaturisce una interpretazione modernisissima,quasi buttata lì,senza ne
enfasi,ne pretestuose rindondanze tanto care agli interpreti dell'epoca.
I
dischi che Vi propongo nella vetrina di questa settimana sono dunque
due:
La
prima "Un biccher d'acqua e un bacio "scritto dalla inscindibile
coppia Mascheroni-Marf,è proprio una delle prime incisioni per i dischi
della "Voce dell'Impero" .
Porta infatti il Numero di catalogo L 5007 ricavato dalla Matrice M 201
e dovrebbe essere stato pubblicato intorno al 1935.
La
seconda è l'immancabile "Valzer della fisarmonica" cantato praticamente
da tutti in quegl'anni.
E'
immortalato nella versione di Miscel su un disco "Voce dell'Impero"
Durium L 5127.
La
matrice è la Numero AC 106.
Ancora una annotazione prima di lasciarvi all'ascolto...
Quasi dieci anni dopo l'idea di una serie di dischi da dedicare ai
territori occupati venne ripresa anche dagli americani che coniarono la
prestigiosa serie dei "Vdisc" ovvero "Dischi della vittoria".
Anche in questo caso si trattava di canzoni famosissime interpretate
appositamente per i soldati al fronte dai cantanti più famosi negli
States,e udite udite...anche allora si decise di incidere i 78 giri su
un supporto innovativo leggero e soprattutto infrangibile in modo da
poterli trasportare senza troppi problemi:erano nati i dischi di
vinile....
Corsi e ricorsi della storia ....degli uomini...e del disco....
