(Buscaglione,F - Chiosso,L) 
		
		Complesso   ASTERNOVAS
	
		
		
		Da supporto 78 giri    CETRA
	
		N.Catalogo                  
		DC 6423 (1°pubblicazione)
		N.Matrice                    
		A 12080
	
		Da supporto 45 giri   SP 23
	
		 
	
		ANNO 1956
 
	
	
	
 
	Il 28 gennaio 1956 uscirono i primi due 78 giri in 
	assoluto di Fred Buscaglione: 'Che bambola' e 'Porfirio Villarosa', 'Teresa 
	non sparare' e 'Che notte'. In realtà, 'Teresa non sparare' risaliva al 
	1954, e già da allora faceva parte del repertorio che Fred eseguiva dal vivo 
	al Faro di Torino (non di rado con la complicità della moglie Fatima nella 
	parte di Teresa).
	
	"La incidemmo al Teatro Gobetti di via Verdi", ricorda Dino Arrigotti. "Si 
	trattava di registrazioni effettuate in prima battuta, senza alcuna prova e 
	soprattutto prive degli accorgimenti tecnici pur primordiali dell'epoca che 
	consentivano di modulare le voci o di amplificare o di ridurre i suoni di 
	certi strumenti. Quando Pino, il nostro tecnico di fiducia, ci faceva segno 
	che risaltava troppo la tromba, Pachito non poteva far altro che accostare 
	il suo strumento al muro per contenere il rimbombo. E se quello sgradito 
	fenomeno acustico riguardava il pianoforte, l'unica arma che avevo era di 
	buttarci sopra una coperta. E se poi non c'era la coperta, ci arrangiavamo 
	con i cappotti", conclude il pianista.
	
	Il testo era ispirato a una notizia di cronaca nera - una moglie gelosa che 
	aveva sparato al marito scoperto con l'amante. Chiosso e Buscaglione 
	l'avevano scritta seguendo il loro sistema abituale: abitavano a poca 
	distanza l'uno dall'altro, in via Bava; i due balconi si fronteggiavano, e 
	questo consentiva loro di consultarsi in ogni momento sulla composizione 
	delle canzoni. I vicini di casa spesso li sentivano discutere dopo l'una di 
	notte, in pigiama, appoggiati alle rispettive ringhiere - Chiosso ricorda 
	distintamente la protesta di un condomino: "Allora, vi decidete o no a farla 
	sparare questa benedetta Teresa?" 
	Il tocco di genio del paroliere fu quello di far partire il brano con un 
	Fred in versione "strillone", che annunciava la notizia sulla prima pagina 
	di tutti i giornali, quasi a rimarcare l'enormità di una simile notizia 
	nella realtà provinciale dell'Italia anni '50: una casalinga italiana (dal 
	quintessenziale, rassicurante nome di Teresa) che invece di subire 
	l'infedeltà del marito lo affronta fucile alla mano come si immaginava 
	facessero le emancipate americane. Ha spiegato Chiosso: "Leggendo i romanzi 
	di Damon Runyon mi era venuta l'idea di creare il primo tipo di maschio 
	frignone, la prima esposizione femminista di un personaggio maschile 
	all'interno della storia della musica italiana. Mi ispirai in particolare al 
	racconto di un duro che, portandosi dietro gli amici, di notte va a rompere 
	le scatole a tutti. Fracassa vetrine, vive di violenza una serata intera… 
	Poi dice: 'Ragazzi, andiamo su, svegliamo la dolce pupa Dolly e facciamoci 
	fare un quintale di uova al bacon perché ho appetito'. Salgono le scale, ma 
	la dolce pupa li butta giù tutti! Così nacque il falso duro, in fondo buono, 
	che si fa abbindolare da quella piccola così…". 
	(da "Il grande Fred" di Maurizio Ternavasio, Lindau editore)
	
	Secondo Ernesto De Pascale, che ha curato una eccellente raccolta di 
	Buscaglione: "E' una sorta di reportage giornalistico dell'epoca con tanto 
	di omissione di cognome, sottolineato da una semplice ed effettistica 
	sonorizzazione. Quella che Fred descrive con le parole di Chiosso è una 
	Italia che si incammina sulla strada del quotidiano, fischiettando, 
	sfogliando il giornale, soffermandosi con stupore su una notiziola di 
	cronaca nera - dimenticata dal redattore in chissà quale angolo ed 
	amplificata dal bisogno popolare di identificarsi nell'altrui commedia 
	quotidiana.
	Proprio in questo testo si determina l'allontanamento dal linguaggio 
	statunitense delle prime criminal songs. Qui il personaggio non si è reso 
	colpevole di niente, avrà giusto sparato qualche balla con gli amici al bar 
	- ma non con così tanta cattiveria da meritarsi di esser rincorso dalla 
	vendicativa Teresa... Profezio, questo il nome del protagonista, è il 
	buontempone da bar che nessuno smentisce ormai più, tanto è evidente la sua 
	esagerazione". (dal sito: ilpopolodelblues.com)