(F. Buscaglione - L. Chiosso)
		Complesso : ASTERNOVAS
	
		Edizioni TEVERE - Milano
	
		 
	
		Da supporto   78 giri   
		CETRA 
	
		N.Catalogo     DC 6905 (1°pubblicazione)
	
		
		Da supporto  45 giri   SP 195
	
		Inciso il 21 Settembre 1959
	
		 
	
		ANNO 1959 
	
	
	
 
	
		Nel 1959, dopo la strepitosa sequenza di "criminalsongs" 
		che lo aveva portato al successo, Buscaglione cominciò a guardare a 
		nuovi generi.
		
		Forse fu la sensazione di non poter insistere troppo a lungo sul 
		personaggio del "duro", e l'urgenza di convincere la gente di aver 
		parecchio da dare alla musica oltre alla versione italiana del "jump".
		
	
	
		Quindi, oltre a meditare sul nuovo genere che 
		spopolava da tempo in America ('Five o' clock rock'), cominciò a 
		comporre un sempre maggiore numero di quelle che il paroliere Leo 
		Chiosso definisce "canzoni morbide, sweet music": 'Che bella cosa sei', 
		'Una sigaretta', e un maxi 45 giri intitolato 'Per una donna', 
		costituito da 4 canzoni romantiche, intervallate da languidi dialoghi 
		tra Fred e la moglie Fatima.
		
		In questo modo un brano che nelle intenzioni iniziali era ispirato allo 
		stile di Louis Armstrong, finì per diventare un classico estivo da 
		pianobar alla Bruno Martino, rafforzando il fascino mondano della 
		località ligure diventata il nuovo scenario delle gesta dell'ex "dritto 
		di Chicago" (tanto che Buscaglione e Chiosso composero anche un seguito 
		senza pretese: 'Troviamoci domani a Portofino'). 
 
	
		Peraltro, 'Love in Portofino' fu effettivamente 
		composta in Liguria, ma in tutt'altra località. 
	
	
		"Eravamo a Paraggi, vicino a Santa Margherita, seduti 
		sulla battigia. 
	
	
		Ferdinando (Fred) voleva fare una canzone al violino, 
		una cosa romantica che piacesse all'Avvocato Agnelli, che veniva spesso 
		a sentirlo", ha raccontato Chiosso. 
	
	
		Mi fece la melodia, ci pensammo un po' su, poi mi 
		disse: cosa ne diresti se la intitolassimo I found my love in Portofino?
		
	
	
		"L'idea era buona, e allora ci alzammo e, in costume e 
		con i piedi sporchi di sabbia, ci dirigemmo verso il Carillon, un locale 
		che si affacciava su quella spiaggia. 
	
	
		Entrando, chiedemmo se potevamo usare il pianoforte; 
		il padrone all'inizio ci guardò un po' così, senza riconoscerci. 
		
	
	
		Poi freddamente ci disse: 'Va bene, ma lavatevi i 
		piedi prima di entrare'. 
	
	
		Così' ci piazzammo alla tastiera e scrivemmo 'Love in 
		Portofino', che poi si rivelò un successo incredibile, una canzone di 
		respiro internazionale". 
	
	
		(da "Il grande Fred" di Maurizio Ternavasio, edito da 
		Lindau)
		
		Il disco vendette 160.000 copie, e il suo successo fu ribadito dalla 
		versione di Johnny Dorelli, meno rauca e più soffusa, da "crooner".
		
	
	
		Tuttavia, all'interno del clan di Buscaglione questa 
		'beguine' non fu mai molto amata, perché considerata troppo commerciale.
		
	
	
		"L'abbiamo sempre apprezzata meno di altre canzoni", 
		ha ammesso Chiosso. 
	
	
		"Non mi è mai piaciuta. 
	
	
		E' uguale dal principio alla fine: tatatata tatatata…tatatata 
		tatatata…", ha dichiarato Dino "Rigo" Arrigotti, pianista di degli 
		Asternovas. 
	
	
		Questa sorta di ritrosia costituì un vantaggio per 
		Dorelli, che ne fece un cavallo da battaglia - tanto che molti ignorano 
		che si tratta di un brano di Buscaglione. 
	
	
		Ma col brano si sono cimentati anche Dalida, Paul Anka, 
		il centravanti della Juventus John Charles (!) e recentemente il 
		pianista jazz Stefano Bollani. 
		
		"Il Fred di questo tipo di canzoni era un altro Fred. 
	
	
		Era un uomo cambiato, ricco, ma che pure manifestava 
		una maggiore tristezza".
                                                                         
		(Gino Latilla)