con la cetra, debuttò alla Fenice di Trieste nel gennaio del 1927, 
divenendo in breve tempo una acclamatissima stella del varietà. 
Non trovandosi a proprio agio in un ambiente che le fu subito ostile 
(rivalità,  pettegolezzi,  dispetti  e  angherie  di  vario  genere 
alimentate  da  spasimanti  respinti),  la  bella  ragazza  istriana,  dai 
capelli neri e gli occhi verdi, decise di abbandonare il palcoscenico 
alla fine degli Anni Venti. 
Per motivi di carattere economico, tornò alle scene intorno al 1932, 
ritrovando  compatto  l’esercito  dei  propri  ammiratori, 
guadagnandosi  l’appellatico  di  Acqua  santa,  come  il  titolo  della 
canzone scritta per lei da Giuseppe Cioffi su versi di Enzo Bonagura, 
che furono tra i suoi autori più fedeli. 
Nel  1937  e  nel  1939,  fu  presente  alle  audizioni  di  Piedigrotta, 
lanciando  canzoni  come  Acqua  santa  (appunto),  Madonnina  del 
monte  e  Bionda  nun  chiagnere,  che  fu  uno  dei  suoi  maggiori 
successi. 
Poco dopo, seguendo la moda dell’epoca, ma anche per il desiderio 
di ampliare i propri orizzonti artistici, la cantante lasciò l’Italia per 
gli  Stati  Uniti,  restando  tuttavia  fedele  a  Napoli,  sua  città  di 
adozione,  dove,  fra  una  tournée  e  l’altra,  visse  per  oltre  un 
ventennio, dato che vi tornò definitivamente nel 1941. 
 
Fra il 1947 e il 1949, furoreggiò nei più noti locali napoletani, fra 
cui il Salone Margherita e l’Apollo. 
Ritiratasi a vita privata, si stabilì a Muggia, un porticciolo nei pressi 
di  Trieste,  dedicandosi  al  giardinaggio  e,  con  buoni  risultati,  alla 
pittura  su  tela,  adoperandosi  anche  come  delicata  decoratrice  a 
mano di piccoli vasi di terracotta. 
Nel 1955, sposò il suo manager, il siciliano Carmelo Longo il quale, 
proprio a Muggia, aprì uno strudio fotografico. 
Rimasta vedova nel 1977, si è spenta a Trieste il 27 luglio 1981. 
Dotata di una voce argentina e trillante, molto intonata e di vasta 
estensione – doti che le permettevano suggestivi giochi di agilità e