DISCHI IN ARCHIVIO
1927   78 giri Rosalinda
1927   78 giri Mi Vejo Amor
1928   78 giri Vieni Sul Mar
1928   78 giri La Donna E Mobile
1928   78 giri Ce Steva' Na Vota
1928   78 giri Princesita
1929   78 giri Santa Lucia
1930   78 giri Chi Se Nne Scorda Cchiu
1930   78 giri Mandulinata A Napule
1930   78 giri Marechiare
1930   78 giri O Marenariello
1931   78 giri Torna
1931   78 giri El manicero  (Il venditore di noccioline)
1931   78 giri Andaluza
1931   78 giri Senza Nisciuno
1933   78 giri Ave Maria Di Schubert
1934   78 giri Ideale
1936   78 giri Vivere
1936   78 giri Nostalgia
1936   78 giri 'A Canzone D''e Stelle (barcarola All'antica)
1937   78 giri Torna Piccina
1938   78 giri Era De Maggio
1938   78 giri Io E La Luna
1938   78 giri La Serenata
1938   78 giri Chi è Piu' Felice Di Me
1940   78 giri Voce 'e Notte
1941   78 giri Serenata A Surriento
1941   78 giri Surdate
1942   78 giri Core 'ngrato
1943   78 giri Villa Triste
1946   78 giri Addio mia bella Napoli
1946   78 giri Mandulinate 'e Sera
1947   78 giri Napule Ca Nun More
1948   78 giri Varca Napulitana
1949   78 giri 'O Balcone 'e Napule
1952   78 giri 'O Ciucciariello
1954   78 giri Te Sto Aspettanno
1955   78 giri Desiderio 'e Sole
1955   78 giri Chi Se Ne Scorda Cchiù
1955   78 giri Funiculì Funiculà
1955   78 giri Pianefforte 'e Notte
1955   78 giri Passione
1955   78 giri 'Na Sera 'e Maggio
1955   78 giri Passione (Da recital con pianoforte)
1955   78 giri Napulitanata  (Uocchie de suonno)

 

TITO SCHIPA
Nato a Lecce da Luigi e Antonia Vallone negli ultimi giorni del 1888, venne tuttavia registrato all'anagrafe il 2 gennaio 1889, un ritardo finalizzato a posticipare di un anno la leva militare.

Il suo talento vocale fu subito notato dal maestro elementare Giovanni Albani. Nel 1902, con l'arrivo da Napoli del vescovo Gennaro Trama, il ragazzo, già soprannominato "Titu" (piccoletto), entrò in seminario, dove ebbe modo di studiare anche composizione.

Dopo l'adolescenza, su consiglio del suo maestro di canto, Alceste Gerunda, Tito si recò a Milano per terminare gli studi insieme a Emilio Piccoli. Il 4 febbraio 1909 fece il suo debutto a Vercelli nella Traviata, ma non riscosse un successo immediato.

Tuttavia, dopo una lunga routine di formazione nella compagnia operistica di Giuseppe Borboni, trionfò a Napoli nella stagione del 1914 diretta da Leopoldo Mugnone, dove con una Tosca leggendaria il nome d'arte "Tito Schipa" si impose definitivamente alle cronache artistiche e mondane.
Parlerà correntemente quattro lingue e ne canterà undici compreso l'aborigeno australiano più, come ripeteva, il napoletano.

Con una Manon del 14 gennaio 1918 al Real di Madrid anche il primo trionfo all'estero fu assicurato.
Nel 1919 approdò negli Stati Uniti, invitato dal soprano scozzese Mary Garden e dall'impresario Cleofonte Campanini, che insieme gestivano la Civic Opera di Chicago.

Qui sposò la soubrette francese Antoinette Michel d'Ogoy, conosciuta a Montecarlo il 27 marzo 1917 in occasione della prima esecuzione assoluta de La rondine di Giacomo Puccini, dove interpretò il personaggio di Prunier.
Da lei avrà due figlie, Elena e Liana.

Il 4 dicembre Schipa debuttò trionfalmente a Chicago con Rigoletto sotto la direzione di Gino Marinuzzi.
Fu un trionfo e l'inizio di una permanenza negli Stati Uniti durata oltre quindici anni concessi al pubblico statunitense, curioso di misurare la sua grandezza con quella dell'indimenticabile Caruso.

Nell'ottobre del 1932 lasciò Chicago, prendendo il posto di Beniamino Gigli al Metropolitan Opera di New York. Nel 1935 prese parte a Werther a San Francisco.
Ma gli effetti della Grande depressione, l'irreparabile crisi con la moglie e la nostalgia per la patria, mai dimenticata, riportarono Schipa in Italia.

Alle molte recite nei teatri italiani, si accompagnò una carriera cinematografica che, iniziata a Hollywood con alcuni cortometraggi musicali per la Warner Bros, proseguì in Italia (vedi filmato) fecendo  di Schipa il divo del Cinema dei telefoni bianchi.

Fu vicino al regime fascista, soprattutto per l'antica amicizia personale con Achille Starace, suo conterraneo.
L'America del pre-maccartismo lo dichiarò indesiderato, e lo stesso fece l'Italia del Teatro alla Scala appena restaurato e riaperto.

Continuava intanto l'attività teatrale e, nella vita privata, dopo una relazione con Caterina Boratto, conclusasi durante la guerra, sposò l'attrice Diana Prandi (all'anagrafe Teresa Borgna), conosciuta sul set di Rosalba, che nel 1946 gli dette un figlio, Tito Jr..

Dopo una carriera lunga quasi mezzo secolo, negli anni '50 Schipa cominciò ad apparire sulle scene sempre più di rado.
Il 14 aprile 1955 dette l'addio al palcoscenico con l'Elisir d'amore al Teatro Petruzzelli di Bari, a cui faranno seguito le tournèe in Russia, in Ungheria e negli Stati Uniti.

Accusato stavolta di filocomunismo, vittima di gravi traversie economiche e coinvolto in manovre poco chiare di alcuni suoi manager e collaboratori, fu costretto a tornare negli Stati Uniti, dove venne accolto, ancora una volta, con entusiasmo.

Tito Schipa morì a New York nel 1965 per un collasso cardiocircolatorio, complicazione del diabete di cui soffriva dagli anni Quaranta; la sua Lecce, mai dimenticata, per la quale egli sognava di istituire un Festival musicale, lo accolse per l'ultimo viaggio.
TITO SCHIPA & ALBERTO RABAGLIATI